Fonte: Qualeenergia.it

Qualche mese fa Terna stimava i possibili impatti futuri di milioni di veicoli “alla spina” per il sistema energetico italiano. I consumi extra sono gestibili con la ricarica intelligente: ora dalla California un rapporto del Berkeley Lab fornisce maggiori dettagli e numeri, relativi allo Stato Usa.

L’auto elettrica può diventare una risorsa per la stabilità della rete? O rischia di aggravare la domanda di picco in determinate ore del giorno?

Sono domande sempre più frequenti in diversi paesi, sull’onda del previsto boom globale dei veicoli a zero emissioni.

Anche in Italia, nonostante il forte ritardo del nostro paese in tema di mobilità alimentata al 100% dalle batterie: nei mesi scorsi, Terna ha pubblicato uno studio per valutare l’impatto futuro sul sistema elettrico delle vetture plug-in da attaccare alla spina.

Quel documento, in sintesi, ipotizzando la presenza di circa 6,5 milioni di auto elettriche in Italia nel 2030 (per dare un’idea: nel 2017 le immatricolazioni sono state meno di duemila, pari allo 0,1% del mercato), stima che i consumi di tali veicoli potrebbero oscillare tra 5-16 TWh, un valore considerato abbastanza modesto e gestibile per quanto riguarda i profili di carico sulla rete.

L’impatto sulla domanda elettrica complessiva, evidenziava poi Terna, potrà essere mitigato dall’impiego di sistemi di ricarica intelligente (smart charging), sfruttando le batterie delle auto per fornire servizi di flessibilità e accumulo energetico alla rete stessa (vedi anche QualEnergia.it, Quant’è difficile fare il pieno all’auto elettrica in Italia con le considerazioni di Giuseppe Mauri di RSE.)

Intanto dalla California arrivano nuove idee su come rafforzare l’alleanza tra fonti rinnovabili e trasporti “puliti”, in parte basate sulle tecnologie V2G (vehicle-to-grid) che consentono alle vetture di “dialogare” con le linee di distribuzione elettrica.

Un recente studio del Lawrence Berkeley National Laboratory (Clean vehicles as an enabler for a clean electricity grid) afferma che la California potrebbe raggiungere i suoi obiettivi di transizione energetica “verde” a un minor costo grazie alle batterie dei veicoli a zero emissioni.

Ricordiamo che lo Stato Usa ha tre impegni fondamentali di politica green: 50% di elettricità prodotta con fonti rinnovabili nel 2030 (33% nel 2020, vedi anche QualEnergia.it), un milione e mezzo di auto a batterie in circolazione nel 2025, almeno 1,3 GW di accumulo energetico stazionario entro quella stessa data.

La California sta cercando di sviluppare tutte le soluzioni che consentono di far produrre più elettricità possibile ai parchi eolici-solari senza sprechi/surplus inutilizzati, con una predilezione per i sistemi di storage, già in concorrenza con le piccole centrali a gas per coprire i picchi di domanda e mantenere la sicurezza e continuità delle forniture (vedi l’articolo Come corrono le rinnovabili in California: gli ultimi dati record )